L’Inquisizione contro le streghe in Valle d’Aosta
I castelli della Valle d’Aosta sono ricchi di leggende e testimoni di fatti oscuri. Alcuni castelli sono infestati da fantasmi, altri invece in virtù della loro funzione politico-amministrativa hanno visto ardere sul rogo alcune streghe…
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L’Inquisizione e streghe
In virtù della posizione geografica del Ducato di Savoia situato un po’ tra le due capitali della cristianità all’epoca, ovvero Roma ed Avignone, vi fu tra XV e XVII secolo una grande caccia alle streghe.
L’Inquisizione era un’istituzione originariamente gestita dai vescovi ma con l’esplodere delle eresie (Catarismo e Valdismo in particolare) il Papa affidò questa istituzione ai Francescani e ai Domenicani.
La Caccia alle Streghe
A capo dell’Inquisizione contro le streghe nelle Alpi Occidentali, all’inizio del XV secolo vi era Porce Feugeyron, savoiardo mandato dal Papa a trattare contro gli eretici. Egli fu molto attivo nel sud-est della Francia, Ducato di Savoia e Delfinato. Intorno al 1436 scrisse un testo “Errores Gazariorum” che influenzò molto l’immaginario collettivo: sarà lui infatti tramandarci l’immagine di streghe volanti su vecchie scope ed intente a celebrare il sabba.
La caccia alle streghe si fondava su fatti totalmente fasulli ed immaginari e le confessioni erano estorte con la tortura. Si credeva che le streghe volessero creare una sorta di anti-chiesa e far sì che il mondo passasse sotto il controllo del Diavolo, in realtà questo era un modo per liberarsi di reietti, di poveri e di malati di mente.
Il castello di Châtel Argent
Châtel-Argent è un antico castello, oggi ridotto a ruderi, che si erge su un terrazzo roccioso nel comune di Villeneuve. Il nome deriva dal fatto che secondo la tradizione questo castello fu sede di una zecca (“argent” in francese significa “denaro”). In realtà questa tesi non è stata confermata da testimonianze archeologiche, ma sembrerebbe piuttosto che il nome derivi dalla luce argentea riflessa dalle sue pietre.
Il castello grazie alla sua posizione geografica, come l’antico castello di Bard e il castello di Saint Germain a Montjovet, rappresentava una delle migliori posizioni di difesa della Valle d’Aosta. I ruderi del castello oggi visibili risalgono al XIII secolo, più precisamente al 1275 e fu realizzato dall’’architetto del conte Pietro II, James of Saint Georges, attivo due anni dopo in Galles al servizio del Re d’Inghilterra Edoardo I.
Diversamente dagli altri castelli valdostani, Châtel-Argent fu sempre sotto la giurisdizione dei Savoia che controllavano direttamente tutta la Valdigne, ovvero l’alta valle. Del castello si conservano ancora la cinta, alcuni corpi di fabbrica come la torre circolare, la cisterna ed una cappella dedicata a Santa Colomba in stile romanico che si ritiene risalente al XI secolo.
Il castello aveva numerose cinte murarie, la prima proteggeva il mastio e il corpo di guardia, la seconda proteggeva la cappella e la terza raggiungeva il fiume ed includeva anche la chiesa di Santa Maria.
Châtel-Argent e la stregoneria
Tra 1200 e 1400 in questa zona delle Alpi, tra Piemonte e Valle d’Aosta furono accusate di stregoneria circa 60 persone. Tra queste si legge il nome di Peronetta da Aquiano, arsa sul rogo proprio a Châtel Argent nel 1339.
Castello di Cly
Il Castello di Cly nel comune di Saint Denis, per secoli è stato il rifugio fortificato dei Signori di Challant Cly, noti per essere molto prepotenti ed aggressivi. Il castello sovrasta il comune di Chambave e di fatto controllava la Via delle Gallie, principale strada di transito.
Il castello è legato alla stirpe degli Challant Cly, che durante il Trecento, commise gravi aggressioni contro altri feudatari e questo diede il pretesto dapprima al Balivo e poi Amedeo VI di Savoia detto “Il Conte Verde” di intervenire e confiscare il castello. A partire dal 1376 il castello divenne quindi proprietà diretta dei Savoia, i quali desideravano averlo già da alcuni anni in virtù della sua posizione strategica. I Savoia gestirono il castello di Cly per due secoli, poi fu ceduto a varie famiglie fino ad essere progressivamente abbandonato e anche depredato. Oggi il castello appartiene al Comune di Saint Denis ed è chiuso al pubblico.
Dell’antico castello rimangono ancora il mastio a pianta quadrata con alcuni frammenti di affreschi, la cinta muraria e la cappella castrense dedicata a San Maurizio
Johanneta Cauda: la strega sul rogo
Era il 10 agosto 1428, giorno di San Lorenzo, quando Johanneta Cauda fu bruciata sul rogo nel Castello di Cly. La donna era accusata di stregoneria, in particolare di aver divorato i nipoti insieme ad un’amica. Dopo essere stata rinchiusa 71 giorni nelle prigioni del castello di Cly, l’inquisitore Ponce Feugeyron la condannò al rogo per stregoneria.
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